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Larve di zanzara

 

La guerra contro le zanzare si basa sulla lotta alle lave. Impariamo a conoscerle e a capire che metodi applicare.

Le zanzare, come siamo abituati a vederle mentre ci pungono, non sono altro che la forma adulta dell’insetto, dotate di ali e di apparato boccale atto alla suzione di sangue. La biologia però ci insegna che la prima parte di vita delle zanzare avviene in acqua sottoforma di larva, condizione durante la quale ha la possibilità di accrescersi in dimensioni attraverso quattro mute prima di diventare pupa e compiere la metamorfosi in adulto.

Le zanzare necessitano di acqua stagnante per deporre le uova, un individuo può deporre centinaia di uova durante la sua vita.

I loro habitat acquatici comprendono acqua fresca, acquitrini salati, acqua salmastra oppure acqua accumulatasi in recipienti, vecchi pneumatici, cavità degli alberi, vasi di fiori. La femmina di zanzara depone le uova solo in condizioni favorevoli alla schiusa delle stesse, in modo che le larve divengano pupe e infine zanzare adulte; il processo avviene in un lasso di 7-14 giorni a seconda della specie e della temperatura ambientale.

Le larve vivono in acqua ma respirano aria emergendo in superficie regolarmente ogni specie con le sue modalità.

Genere Anopheles: respirazione diretta tramite stigmi

Genere Culex: respirazione tramite sifone

Una larva si nutre tipicamente di materiale in sospensione nell’acqua, sia vegetale che animale e non ha bisogno di particolari quantità di cibo per accrescersi; è noto infatti che le zanzare riescano a compiere tutte e 4 le mute fino a diventare adulti anche se apparentemente non c’era niente in sospensione nell’acqua dove la larva si è sviluppata. In tal caso le zanzare adulte risulteranno più minute rispetto alle dimensioni tipiche della specie.

La condizione di acqua stagnante è fondamentale dato che le larve, in presenza di corrente, verrebbero facilmente portate via non avendo strutture atte all’ancoraggio al substrato (fondale o materiale in acqua). Una condizione un po’ border line è rappresentata dalle anse dei fiumi, dove l’acqua fortemente rallentata da vegetazione, può offrire un habitat “di fortuna” per alcune specie pioniere di zanzare.

Nella lotta alle zanzare, la prevenzione antilarvale rappresenta un passo fondamentale ed irrinunciabile se si vuole affrontare il problema a tutto tondo nel modo più efficace possibile, specialmente quando ci si trova in ambiente urbano. Per una corretta prevenzione antilarvale procedere seguendo le fasi descritte qui sotto.

 

Fase 1: la ricerca dei focolai larvali

Concentriamoci ora su casi più comuni, dove le zanzare urbane (zanzara comune e zanzara tigre) riescono a proliferare in modo ottimale anche in piccoli ristagni presenti nei nostri giardini. Il “ristagno modello” per queste zanzare deve avere piccole dimensioni, essere in un luogo riparato dal sole e dal vento, l’acqua deve rimanere per almeno una settimana (tempo sufficiente a zanzara tigre per passare dallo stadio di uovo ad adulto in condizioni ottimali). La nostra principale arma per combattere la diffusione delle larve di zanzare nei nostri giardini è sicuramente la nostra capacità di osservazione; dobbiamo infatti calarci nei panni di un investigatore ed andare alla ricerca di tutti i piccoli ristagni che possono offrire un ambiente ideale alle larve.

Fase 2: eliminazione dei focolai

In genere la maggior parte di questi piccoli ristagni sono derivanti da dimenticanze o mancanza di manutenzione di zone del giardino. Si consiglia quindi di procedere eliminando fisicamente questi ristagni: svuotare gli annaffiatoi, liberare le grondaie da ostruzioni, tenere coperti i bidoni di raccolta dell’acqua, ecc.. Tale operazione andrà anche a diminuire l’umidità in quelle zone, fattore molto ricercato anche dalle zanzare adulte e che funge da richiamo per quelle che devono deporre, in questo modo saranno costrette a cercare altrove zone idonee, allontanandosi dal nostro giardino. Ma non tutti i ristagni sono eliminabili.

 

Fase 3: trattamento delle acque con larvicidi

I larvicidi sono insetticidi appositamente studiati per colpire le zanzare nella loro fase larvale e rappresentano l’unica arma a disposizione per combattere le larve quando abbiamo a che fare con ristagni di dimensioni considerevoli o, più semplicemente, non prosciugabili (tombini con sifoni, laghetti ornamentali…).

Il larvicida attualmente più utilizzato si serve di una tossina prodotta dal battere Bacillus thuringiensis, capace di colpire in modo selettivo l’intestino delle larve di zanzara, portandole alla morte in poche ore per setticemia. Agisce per ingestione e sfrutta l’estrema voracità del le larve che non esitano ad ingerire qualsiasi cosa ci sia in sospensione nell’acqua. Si può trovare anche in forma liquida ma le confezioni in compresse effervescenti sono di gran lunga le più comuni: si faccia attenzione a quanto riportato in etichetta per le dosi di impiego e si ricorda che tali compresse, si possono sciogliere preventivamente in un annaffiatoio per poi trattare versando il contenuto sopra un grosso ristagno come può essere un laghetto ornamentale. Per la sua natura biologica il Bacillus thuringiensis si degrada in un paio di giorni, per questo motivo è necessario ripetere il trattamento ogni 7-10 giorni per poter colpire le nuove larve nate. Esistono anche larvicidi appartenenti alla categoria dei Regolatori di Crescita (IGR), che agiscono sul complesso meccanismo ormonale che regola i tempi e le modalità della muta, automatismo fondamentale alla larva per potersi accrescere. Agendo sempre per ingestione, la larva non riuscirà più a mutare, spesso producendo forme aberranti incapaci di sopravvivere. Alcune fanno in tempo ad impuparsi ma non saranno in grado di portare a termine la metamorfosi. I regolatori di crescita hanno una durata maggiore rispetto al Bacillus thuringiensis, circa tre settimane ed hanno come bersaglio tutti gli artropodi, ossia tutti gli insetti ma anche eventuali crostacei presenti in acqua. Questo particolare rende l’utilizzo dei regolatori di crescita più delicato e limitato a zone confinate. Si ricorda che tutti i larvicidi, funzionando per ingestione, non colpiscono né le uova deposte, né le pupe (le quali non si nutrono in questa fase).

Vediamo qualche caso pratico fuori dal comune:

Caso 1: focolai ben nascosti

Non è sempre facile individuare i focolai nel proprio giardino, al contrario le zanzare, con i loro sensi sviluppatissimi, sanno individuare precisamente anche la più piccola fonte di umidità. Ecco qualche caso complesso:

Piccolo tombino chiuso con sifone e scolo della grondaia inferiore ai 5 metri: da fuori non si percepisce nulla ma l’acqua presente del sifone del tombino viene percepita dalle zanzare che muovendosi attraverso lo scolo dell’acqua raggiungono il luogo di deposizione. All’interno le larve si sviluppano in assenza di predatori e una volta diventate adulte ripercorrono la grondaia al contrario fino all’uscita. Ne esistono anche dei modelli con la grata attraverso la quale è possibile guardare dentro ma non si potrà vedere l’acqua perché il sifone la trattiene nella camera affianco. Procedere con il trattamento antilarvale, utilizzando anche quantità minime data la piccolezza del ristagno.

Attenzione anche alle vasche di raccolta dell’acqua piovana interrate. Sempre utilizzando gli scoli come vie d’accesso, le zanzare depongono grandi quantità di uova generando in breve tempo infestazioni importanti. Utilizzare l’antilarvale.

Le grondaie col tempo possono generare contropendenze o essere ostruite da foglie cadute dentro; tutti questi contesti favoriscono il ristagno d’acqua e la proliferazione larvale lontano dai nostri occhi ma vicino ai luoghi da noi più frequentati. In questo caso è necessario procedere regolarmente alla manutenzione delle grondaie.

Caso 2: presenza di una roggia poco fuori la proprietà

fossoPer chi vive in zone agricole è un fatto comune avere un piccolo canale per l’irrigazione vicino, dove spesso l’acqua stagna e fa da richiamo per varie specie di zanzare (raramente la zanzara tigre), creando un’infestazione importante in poco tempo. Che sia territorio comunale o privato di un qualche coltivatore una cosa è certa, nessuno lo tratterà con antilarvale a dovere. In questo caso, con le dovute precauzioni, potete trattarlo voi con compresse di Bacillus thuringiensis precedentemente sciolte in un annaffiatoio, chiedendo il permesso al proprietario. Purtroppo però non possiamo aspettarci risultati miracolosi dato che la quantità di materiale organico già presente nel letto del corso d’acqua, unito al fondale terroso, vanno a filtrare le particelle in sospensione dell’antilarvale, facendo diminuire sensibilmente l’efficacia del trattamento.

Caso 3: presenza di una palude/risaia/oasi nelle vicinanze

Questi ambienti sono l’habitat per eccellenza della zanzara di risaia (Ochlerotatus caspius), famosa per i grandi sciami che genera sul far della sera. In questi casi non possiamo pensare di trattare efficacemente contesti così estesi e si rimanda il tutto alle autorità comunali. Per quanto riguarda le risaie spesso si procede a trattamenti con antilarvale liquido erogato tramite un elicottero; pratica in uso solo in alcuni zone d’Italia, in altre non si fa nulla per prevenire il proliferare delle larve nelle risaie. Paludi e oasi per definizione vengono lasciate intatte, quindi chi vive nei pressi di questi contesti naturali non potrà aspettarsi che venga fatta della prevenzione in larga scala.

Caso 4: presenza di un corso d’acqua con corrente moderata

Come già detto sopra, le larve di zanzara non riescono a sopravvivere in presenza di una corrente costante. Capita spesso però che le persone segnalino larve di zanzare anche in questi casi. Attenzione! Anche se sembrano molto simili in realtà si tratta di altro, ecco alcuni esempi comuni.

Le larve rosse che spesso si vedono sui fondali di piccoli corsi d’acqua non sono zanzare bensì Chironomidi! Da adulti sono molto simili alle zanzare ma non pungono, le larve invece sono molto facili da vedere perché in gran numero. Possono essere larvarosse se vivono in acque poco ossigenate ma tante sono anche bianche o marroncine; il modo per distinguerle è che stanno sul fondo al contrario di quelle delle zanzare che continuano a venire in superficie per poter respirare.

Altri larve facilmente confondibili con quelle delle zanzare sono quelle dei Simulidi. Queste prediligono i corsi d’acqua a regime torrentizio ma è facile vederle anche in pianura ammassate in quelle zone dove si crea un po’ di corrente (piccole pendenze, rapide…). Anche loro stanno sul fondo ma, rispetto ai Chironomidi queste si ancorano saldamente al substrato (sassi sul fondo, piante acquatiche…) per non essere portate via dalla corrente e per poterla sfruttare per filtrare le particelle in sospensione di cui si nutrono.

 
Pubblicato in: Conoscere il nemico