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Le origini delle zanzare

 

Come nacquero le zanzare secondo una leggenda vietnamita.

In un villaggio su palafitte vivevano due giovani sposi. Si amavano ed erano felici, ma un giorno la donna si ammalò e presto morì.

Impazzito dalla disperazione, il vedovo non ebbe coraggio di seppellirla e si chiuse nella sua capanna con quel corpo che si andava disfacendo; ma i vicini non sopportarono ciò, e l’uomo, incapace di separarsi dall’oggetto del suo amore disperato, fu costretto ad abbandonare la comunità degli uomini e andò a vivere sull’acqua, nel suo sampan.

Il Genio della palude, che ogni notte volava in ricognizione sul proprio regno, lo vide ed ebbe pietà della sua misera sorte. Gli apparve e disse: “Vuoi che la tua sposa ritorni a vivere?”.

L’uomo rispose che avrebbe fato qualunque cosa perché ciò si avverasse.

“Bada: è male non sapersi rassegnare al destino; ma se proprio lo vuoi… ti auguro tu non abbia a pentirtene”, e nel così dire il Genio gli punse un dito. Una goccia di sangue vivo e rosso cadde sulla spoglia della donna, e questa in un attimo ritornò alla vita, bella e fresca come un tempo.

Pazzi di felicità, gli sposi dimenticarono di ringraziare il Genio della palude il quale dopo aver compiuto il miracolo lasciava – per così dire – il servizio per quella notte. Né si ricordarono di ringraziarlo la notte successiva, o dopo. Continuarono a vivere sull’acqua, nel loro sampan.

Passò del tempo…

Una sera, di ritorno dal suo lavoro di risaiolo, il marito trovò vuoto il sampan. Chiamò la moglie, ma lei non rispose. La cercò e le ricerche non furono lunghe: la sua sposa era andata a vivere in un altro sampan, con un altro uomo

Geloso e addolorato, il marito supplicò di far ritorno al sampan coniugale, ma invano. Disperato ed offeso la accusò allora di ingratitudine: non era forse a lui che ella doveva la sua seconda vita?

A corto di argomenti, la donna seduta a prua del sampan del suo amante esclamò:

“Non ti debbo che una goccia di sangue!”. Con gesto rabbioso di sfilò lo spillone che le teneva assieme i bei capelli neri e se ne punse un dito, “riprenditela!” dicendo. Una goccia di sangue cadde, e con essa la vita lasciò di nuovo la donna.

Orrore! In un attimo quel corpo bellissimo ritornò polvere, cadendo nell’acqua della palude. Poco dopo, i granelli di polvere si animarono trasformandosi in tanti minuscoli esserini grigi: le prime larve di zanzara.

Ripresosi dallo stupore, il vedovò ricordò le parole del Genio della palude e stavolta non pianse la sposa fedifraga. Si rimaritò ed ebbe molti figli: di essi noi siamo i discendenti.

Quanto all’infedele, non si rassegna d’aver perduto la vita una seconda volta. Trasformata in zanzara ci perseguita la notte col suo ronzio lamentoso. E infine punge, nella speranza di carpirci la goccia di sangue che possa ridarle la sua vita di donna.

 
Pubblicato in: Notizie dalla rete