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Zanzare tigre resistenti agli insetticidi

 

Sono state rilevate le prime evidenze di resistenza ad inetticidi e larvidici da parte delle zanzare.

Sulla rivista scientifica Pest Management Science, è apparso da poco (2018) un importante articolo dal titolo “First evidence of resistance to pyrethroid insecticides in Italian Aedes albopictus populations 26 years after invasion” a cui ha partecipato anche il Centro Agricoltura Ambiente S.r.l. fornendo campioni di Zanzara Tigre raccolti in Emilia-Romagna (Comune di Comacchio (FE)).

Lo scopo dello studio era quello di verificare lo stato di sensibilità agli insetticidi piretroidi di popolazioni europee di Aedes albopictus, focalizzandosi su quelle provenienti da Italia, Albania e Grecia. Le prove di laboratorio per determinare la resistenza alla permetrina (0,75%), a-cipermetrina (0,05%) e deltametrina (0,05%) sono state eseguite secondo i protocolli WHO e hanno mostrato che le popolazioni di Zanzara Tigre dei Lidi Comacchiesi presentano una ridotta suscettibilità (< 90% di mortalità) a permetrina e a-cipermetrina, ma non alla deltametrina. Questo è certamente legato ai frequenti trattamenti adulticidi che vengono compiuti da molti anni nelle zone turistiche del delta del Po per proteggerle dalle infestazione di Aedes caspius, Aedes detritus e Culex pipiens, ma che finiscono per interessare anche Ae. albopictus. La scelta di testare zanzare provenienti da queste località era proprio stata fatta sulla base di questa constatazione. Ulteriori studi sono in corso per valutare la sensibilità di altre popolazioni regionali.
Nella figura viene riportato lo schema delle popolazioni italiane di Aedes albopictus e le mortalità registrate dopo un'esposizione di 1 ora ai piretroidi: Permethrin 0.75% blu; a-cypermethrin 0.05% rosso; deltamethrin 0.05% verde. Le linee verticali rosse indicano le soglie di mortalità del 90 e 98% suggerite dal WHO. Le località dove vengono condotti trattamenti adulticidi sono indicate con TR, mentre le località dove non vengono condotti adulticidi sono indicate con NT.

Nel 2019 una nuova evidenza di resistenza è emersa anche per i larvicidi. Uno studio effettuato in Emilia Romagna nelle zone più trattate per il controllo delle zanzare (province di Ravenna e Rimini) ha evidenziato che la metà delle popolazioni di Culex pipiens porta una delle due mutazioni del gene che le rende resistenti al diflubenzuron. 

Il diflubenzuron è uno dei larvicidi più utilizzati per il controllo delle zanzare in ambiente urbano. Si tratta di un prodotto che blocca lo sviluppo delle larve. É stato utilizzato in molte località da più di vent'anni. Il prodotto ha un costo contenuti ed è facile da distribuire per questo spesso non viene alternato con altri prodotti contenenti diversi principi attivi. Lo stesso diflubenzuron è utilizzato anche in agricoltura, sottoponendo anche le zanzare, sebbene non siano un target per i fitofarmaci, ad un'ulteriore pressione selettiva. Tutto ciò ha portato alcune popolazioni di zanzare in varie parti d'Europa a sviluppare forme di resistenza che ne rendono vano l'impiego. 

Il tema della sensibilità di Ae. albopictus agli insetticidi piretroidi e non solo è molto importante. Sono sempre più frequenti eventi epidemici di malattie portati dalle zanzare. Un dato su tutti riguarda i casi di West Nile Virus rilevati in Italia nel 2018 che sono stati 10 volte quelli rilevati l'anno precedente. I trattamenti adulticidi e larvicidi sono l’arma più potente che abbiamo a disposizione per bloccare questi eventi, è importante quindi cercare di non comprometterne l’efficacia. Un uso limitato e circostanziato dei piretroidi ci aiuta quindi a salvaguardarne l’utilità nei casi di emergenza.

Fonti: Zanzare tigre online e Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente - I.P.L.A. S.p.A.

 
Pubblicato in: Conoscere il nemico