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Zanzare

 

Abbiamo detto come ucciderle, come impedirne la riproduzione, come allontanarle e come catturarle. Proviamo ora a capire meglio questi formidabili insetti.

Le zanzare esistono fin dall'epoca dei dinosauri. I dinosauri si sono estinti, le zanzare no. Questi malefici insetti prosperano dalle pendici delle montagne dell'Himalaya fino a molti metri sotto il livello del mare nella Baja California. Alcune specie brulicano a nord del Circolo Polare Artico. La zanzara se la cava anche nella depressione del Danakil, in Eritrea, uno dei luoghi più caldi della terra.

Al mondo esistono più di 3000 specie di zanzare di cui circa 70 sono presenti in Italia. Sono considerate l'animale più letale al mondo. Ogni anno muoiono da uno a tre milioni di persone a causa della malaria, per non parlare di una serie di altre malattie di cui le zanzare sono vettore quali: il virus del Nilo occidentale, la febbre gialla, la Dengue e varie forme di encefalite. E non pensare che queste malattie siano presenti solo nei paesi tropicali, anche in Italia ogni anno si verificano numerosi episodi (2011, 2010, 2009, anni precedenti).

Ci sono tre tipi principali di zanzara: Anophele, Culex e Aedes. La più colpevole nella trasmissione della malaria è l'Anophele. Delle circa 400 specie circa 60 trasmettono la malaria. La Culex è la zanzara più comune nell'emisfero boreale e la meno pericolosa, è la zanzara comune che negli anni '70 (quando ero bambino) ci infastidiva nelle nottate estive. Sembrava fastidiosa, ma nulla in confronto alla diurna zanzara tigre. Questa, appartenente al genere Aedes, può trasmettere più di venti virus diversi. Introdotta in Italia fino dagli anni '90 a causa del commercio di pneumatici usati è diventata una compagna estiva, e non solo ormai, sgradita per molte famiglie italiane.

Solo dalla fine del XIX secolo sono stati confermati i sospetti sul fatto che le zanzare siano il maggior veicolo di pericolose malattie. Se questo ha posto fine a secoli di panico di fronte a epidemie misteriose, ha però dato inizio a un duello mortale tra esseri umani e minacce alate. L'esito è ancora incerto, ma di sicuro il MosquitoWeb con i sempre più numerosi amici che lo seguono di stagione in stagione è in prima linea per liberare almeno i giardini da questi sgraditi ospiti. Tutti questi anni in trincea hanno permesso di conoscere sempre meglio le zanzare e i problemi che esse portano suscitando anche un po' di ammirazione per questi insetti.

E si, perchè per quanto si odino non si può negare che le zanzare siano organismi formidabili. Hanno una vita dura e rischiosa fin dai primi giorni di vita.

E ora cara zanzara mi rivolgo proprio a te...

La mamma ti abbandona in qualche luogo con acqua stagnante: un tombino, un canale ostruito o un sottovaso.

Rimani in compagnia di alcune centinaia di fratelli e sorelle in un mucchietto di uova e il tuo potrebbe essere distrutto ancora prima di schiudersi. Oppure può riuscire a schiudersi e raggiungere lo stadio di larva o persino pupa, ma non avrai mai abbastanza cibo per sopravvivere. Oppure il tuo tratto digerente potrebbe essere danneggiato dal Bacillus Thuringiensis, uno dei più noti larvicidi usato da noi esseri umani. Da subito poi saranno molti i predatori che ti danno la caccia, magari una Gambusia o un terrificante Gerride. Una volta cresciuta, diventerai più appetitosa per uccelli, rane, lucertole e ragni.

Poniamo caso che tu riesca a diventare una pupa: i problemi sono appena incominciati. Il tuo piccolo corpo di zanzara comincia a prendere forma e hai bisogno di respirare. Perciò sviluppi due tubicini che fai emergere in superficie appunto per respirare. A questo punto passi allo stadio di adulta e puoi abbandonare le cuticole da pupa. Se riesci a stare al sicuro finché le cuticole non si aprono, la situazione comincia a cambiare radicalmente: perdi la capacità di nuotare, ma guadagni un paio di ali e puoi prendere il volo.

Hai all’incirca mezz’ora di tempo per uscire dall’acqua e trovare un rifugio sicuro, dove il tuo corpo ancora molle possa indurirsi in quello di una giovane zanzara. Magari in questo periodo ti accorgi di essere rinchiusa in una ovitrappola. Se così non è, in uno o due giorni, sei pronta a darti da fare!

Immaginiamo che tu voglia farti un giro e decida, come giovane femmina, di dare un’occhiata allo sciame che i maschi hanno messo insieme per attirarti. Capiscono che sei una femmina dal battito delle ali e si può ben dire che sono felici di vederti! Ne scegli uno all’interno dello sciame e, in men che non si dica, un piccolo movimento addominale ti fa rimanere incinta. Le tue uova sono fecondate e senti nuovi bisogni: non di fragole e cioccolato, ma di un po’ di sangue.

Hai bisogno di trovare un mammifero per fornire il sangue alle tue uova. Devi essere cauta, però: l’ideale è avvicinarsi di soppiatto e usare i tuoi due stiletti per forare la superficie della pelle. Se riesci a inserire la proboscide nel vaso sanguigno, sei a posto: puoi usare un tubo della proboscide per aspirare il liquido rosso, mentre infiltri un po’ di saliva dall’altro per evitare che il sangue coaguli. Questo mantiene il flusso di sangue continuo, non ti importa granché di cosa c’è nella saliva che inietti.

Attratta dall'anidride carbonica e da altre odorose sostanze emessa dai mammiferi trovi la tua preda, oppure una trappola per zanzare e in questo caso hai di nuovo perso. Servono poche manciate di secondi per riempire il tuo serbatoio. A questo punto devi trovare una superficie su cui posarti per digerire il cibo. Ma attenzione: le sostanze nutrienti del sangue che hai aspirato attirano i predatori oppure la superficie potrebbe essere trattata con insetticida e il tuo sistema nervoso sarebbe reso inutilizzabile. Non c’è mai tregua?

Poi devi andare in cerca di acqua stagnante per scaricare le uova. Che sollievo! L’unico problema è che a questo punto la tua vita è praticamente finita.

In tutto sono passate tre settimane.

C’è da chiedersi: ne è valsa la pena?

 
Pubblicato in: Conoscere il nemico