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Prevenzione contro i pappataci

 

I pappataci trasmettono la Leishmaniosi canina, una malattia incurabile che può colpire i nostri animali domestici. Ecco un trattato esaustivo sui metodi di prevenzione della malattia e su come combattere questi pericolosi insetti.

TRATTAMENTO DI FOCOLAI DI INFESTAZIONE DA PHLEBOTOMI CON FINE DI PREVENIRE IL CONTAGIO DA LEISHMANIOSI CANINA.

PREMESSA

I maggiori esperti di leishmaniosi canina e i gruppi di lavoro veterinari nazionali, (Il Gruppo di Studio sulla Leishmaniosi Canina) internazionali (WHO) e le associazioni quali SCIVAC (Società Italiana Veterinari per Animali da Compagnia) concordano sull’importanza e affermano il principio della prevenzione.

Questo principio e solidamente affermato in medicina veterinaria anche per altre malattie e più in generale per le CVBD (Canine Vector Borne Desease). Negli ultimi anni, sta divenendo sempre più evidente l’importanza di proteggere i cani dalle malattie trasmesse dagli artropodi invece di cercare semplicemente di curare le malattie dopo la loro insorgenza. Il controllo e la prevenzione delle malattie invece del loro trattamento è una strategia tradizionalmente ben consolidata negli animali da allevamento, impiegando strumenti igienici e immunologici. Negli animali da compagnia, vengono comunemente impiegate le vaccinazioni preventive nei confronti delle infezioni virali. Ma la specifica categoria delle malattie infettive trasmesse da vettori nei cani, che spesso hanno la caratteristica di essere potenzialmente fatali e difficili da prevenire, trattare o curare, accresce la necessità, e l’opportunità, di un differente approccio per la protezione dell’animale ospite nei confronti dei patogeni.

Innanzi tutto la miglior prevenzione fino ad ora adottata in medicina è stata quella del vaccino, dove possibile si è dimostrata un’arma vincente nel prevenire l’insorgenza di malattie come  la Dirofilariosi. In altri casi ad oggi non è disponibile un vaccino, è il caso della Leishmaniosi infantum. Nei casi come questi la comunità scientifica ha concentrato i propri sforzi nell’elaborare una prevenzione basata sulla protezione del cane (o dell’uomo a seconda dei casi). Chiaramente ridurre la possibilità che i pappataci (vettori della Leishmaniosi) pungano i cani e quindi trasmettano ad essi la malattia è una strategia sicuramente vincente e che riduce al minimo la possibilità di contagio. Le linee guida per la prevenzione in Veterinaria quindi rimangono l’uso topico (quindi a diretto contatto con il cane) di insetticidi piretroidi applicati mediante gocce scapolari spot-on, spray e collari. In alcuni casi vengono consigliate barriere fisiche come le zanzariere.

Esiste poi una via poco battuta e poco considerata, la via della prevenzione e sanità ambientale, che si prefigge l’obbiettivo di colpire direttamente o indirettamente il vettore della malattia al fine di abbassarne la popolazione e quindi, abbassare indirettamente l’incidenza della malattia.

Per tanti anni questa via non ha avuto grande seguito ma ora gran parte della comunità scientifica ha il sentore del grande impatto che questa strategia avrebbe potuto avere nella lotta integrata alla Leishmaniosi, basti leggere gli innumerevoli articoli del WHO che trattano di disperate ma efficaci battaglie vinte con il DDT in paesi in cui ormai la malattia aveva preso un decorso tale da non essere arginabile dai convenzionali metodi di lotta.

La lotta al vettore della Leishmaniosi quindi può apportare un contributo significativo all’abbassamento della malattia e quindi in questa sede verranno descritte alcune strategie di lotta ai Flebotomi inseribili come linee guida nella lotta contro la Leishmaniosi canina.

Si ricorda inoltre che si tratta di prevenzione e quindi di metodi da eseguire prima dell’avvento del problema, non si tratta di correre ai ripari tramite estesi e incontrollati trattamenti a tappeto con sostanze tossiche ma una lotta integrata all’insetto da prendere come normale prassi igienica comune.

BIOLOGIA

Si tratta di piccoli insetti pelosi, al microscopico stereoscopico appaiono come piccole zanzare con corpo di colore tipico giallo-pallido o giallo-ruggine, piccolo, lungo circa 2-3 mm (fino ad un massimo di 5), coperto da lunghi e fitti peli; il torace e l’addome formano un angolo quasi retto (ciò che li rende riconoscibili anche ad occhio nudo). Testa allungata ed inserita sul collo in modo da formare un angolo di 45°; Occhi composti, voluminosi, di colore scuro, situati ai lati della testa (appaiono rotondeggianti se visti di profilo e reniformi dorsalmente); Palpi (appendici articolate in rapporto con l’apparato boccale aventi funzione sensoriale) pelosi ricurvi; Proboscide corta e diretta in basso; Antenne lunghe, pelose, costituite da 16 segmenti o articoli (alcuni di questi fungerebbero da organi di senso);

Ali grandi, pelose, di forma subovale.

 

Delle  oltre 800 specie di Flebotomi presenti al mondo, solo 8 sono presenti in Italia, 4 delle quali vettori di Leishmania infantum (le specie del genere Phlebotomus: in particolare P. perniciosus, P. perfiliewi e P. major).

Alle nostre latitudini con idonee condizioni ambientali (T=20-25°C Fotoperiodo = 17h luce 7h buio Umidità relativa = 95%) l’intero ciclo vitale di questo insetto si può verificare in un range di 4-8 settimane: Il ciclo si compone di uovo (incubazione di circa 1-2 settimane), larva (2-4 settimane), pupa (circa 10-15 giorni) e adulto. Possono susseguirsi 4-5 generazioni l'anno. Lo svernamento avviene allo stadio larvale con farfallamento in primavera.

Spezzare il ciclo biologico di questi insetti è estremamente difficile, le larve infatti si sviluppano in qualsiasi luogo umido e ricco in materia organica, tuttavia punto chiave è identificare ed eliminare zone come queste in vicinanza delle abitazioni umane. In seguito verranno descritti una serie di luoghi possibili di infestazione e metodi di prevenzione- bonifica.

Come tutti i ditteri ematofagi solo le femmine cercano di fare il pasto di sangue al fine di portare a maturazione le uova.  In Italia l’infestazione in genere è presente da maggio a settembre al nord ad Ottobre al centro e si protrae fino a novembre  al sud.

I flebotomi hanno abitudini notturne, sono attivi dal crepuscolo all’alba, con un picco massimo prima dell’alba. Cosa molto interessante e utile è lo studio dello spostamento di questi insetti, diversi studi dimostrano come la loro capacità di volo sia davvero limitata: l’analisi delle catture di diverse trappole disposte in uno stesso giardino in genere dimostra come siano sempre le stesse a catturare i flebotomi e che quindi abbiano uno spostamento limitato o nullo anche in aree ristrette come un solo giardino. Anche il seguente studio porta alle stesse considerazioni:

la massima distanza registrata è stata di 2,3 km [Killick-Kendrick et al., 1984]): comunque è stato dimostrato che quasi il 100% dei maschi rimane nel luogo in cui sfarfalla e le femmine sazie non si spostano più di 250m dal luogo in cui sfarfallano e raggiungono distanze massime di 2km a digiuno di sangue.

Quindi possiamo affermare che: I FLEBOTOMI SONO CATTIVI VOLATORI E IN GENERE LA LORO CONCETRAZIONE AUMENTA NEI LUOGHI IN CUI POSSONO NUTRIRSI E RIPRODURSI.

Sono disturbati dal vento e da temperature al di sotto della media estiva. La velocità durante il volo è di circa 1 metro al secondo (0,65 – 0,70 m/sec.).

Da quanto descritto i flebotomi sono distribuiti in qualsiasi ambiente visto che possono riprodursi in un pressoché infinito numero di luoghi, inoltre le esperienze acquisite in anni di catture con trappole hanno dimostrato che questi insetti si trovano davvero quasi ovunque. Nonostante questo però, all’interno di una singola area come ad esempio un giardino o un parco, i pappataci si distribuiscono in modo da frequentare di più le zone da dove sono sfarfallati o comunque che gli permettano la riproduzione e le zone dove possono trovare pasto di sangue (questo vale soprattutto per le femmine): tipiche sono le tane delle talpe o di piccoli roditori dove i pappataci trovano le feci degli animali, materiale organico e giusta umidità per la riproduzione, inoltre il mammifero abitatore della tana è una riserva di sangue praticamente inesauribile.

Le linee guida quindi saranno applicabili soprattutto in piccoli contesti quali giardini o parchi cittadini serbatoi di infestazione per le limitrofe case o zone urbane. Se poi si pongono le grandi aree come la somma di una miriade di piccoli contesti potremmo riportare gli interventi a grande scala.

PREVENZIONE

 

Anche nel caso del problema Phlebotomus parliamo di prevenzione, in questo caso quindi l’obbiettivo è trasformare l’ambiente al fine di prevenire l’instaurazione di focolai di infestazione e, in seconda battuta, l’insorgere di Leishmaniosi.

Come prevenzione quindi si intendono tutti quei comportamenti atti a evitare l’insorgere di infestazione: eliminazione di probabili luoghi idonei alla riproduzione dell’infestante, trattamento delle zone non eliminabili e uso di trappole per il controllo e monitoraggio della popolazione locale.

Nella sezione Biologia abbiamo affermato che i pappataci hanno bisogno di 20-25°c, di un’umidità relativa molto alta 95°C, oscurità quasi completa e di sostanza organica per lo sviluppo larvale. Importante quindi porre attenzione al fatto che le zone limitrofe la casa e cioè il giardino non raggiungano queste favorevoli caratteristiche; di seguito i luoghi e possibili soluzioni:

1) In Giardino:

A) Mantenere il prato tagliato molto corto, l’erba alta è rifugio per insetti ematofagi.

B) Evitare che residui organici rimangano sul prato per più di due settimane eliminando le foglie, cumuli di legname, di residui dello falcio del fieno (ponete particolare attenzione ai dispositivi automatici che tagliano l’erba e lasciano i residui nel prato), raccogliere gli escrementi degli animali domestici o prevedere trattamenti insetticidi cadenzati dove questo non sia possibile (Vedi sezione disinfestazione).

C) Usare l’impianto di irrigazione o irrigare manualmente in modo oculato evitando che i luoghi irrigati mantengano umido il terreno per più di pochi giorni, evitate quindi le irrigazioni giornaliere e scegliete piante o tipologie di prato che non soffrono ambienti secchi. Tenete comunque conto che è sempre buona regola evitare di irrigare quando il terreno è umido per scongiurare l’insorgere di marciume radicale e conseguente moria della vegetazione. Il terreno quindi dovrà essere irrorato solo dopo completa asciugatura.

D) Prediligere le concimazioni a concime organico chimico con basso contenuto di Azoto durante tutta la stagione: in questo modo evitiamo di aumentare la concentrazione di sostanze organiche già alta presente sul tappeto erboso.

E)  Eliminare in modo puntuale e puntiforme le tane di talpe e altri roditori terricoli: sono luoghi ideali per la riproduzione e il rifugio diurno dei pappataci.

F)  In linea generale un giardino a prato basso, con poche zone di ombra e privo di materiale è un luogo inospitale per i pappataci.

G) Curare le siepi e le piante del giardino evitando l’accumulo di materiale organico.

H) Accertarsi che gli incavi degli alberi o le radici non siano umide e assorbire eventualmente o chiudere con materiale inerte.

I)  Attenzione alla pacciamatura, questa utile tecnica che ha innumerevoli funzioni benefiche sul suolo e sulle piante è il luogo ideale per lo sviluppo dell’infestazione. Prediligere quindi pacciamature inorganiche o usando materiale grossolano che permetta un’adeguata areazione del terreno evitando l’accumulo di eccessiva umidità.

J)  Attenzione al compostaggio: usare solo contenitori atti a questa pratica evitando di improvvisare: accertatevi che il contenitore sia progettato apposta, si possa chiudere, sia ben areato e prevedete di trattarne il contenuto con insetticidi almeno una volta ogni 15 giorni.

K)  Mantenete le zone alberate rade e ben areate, evitare l’eccessiva formazione di sotto-bosco

L)  Mantenere puliti i tombini e le caditoie trattandole regolarmente (vedi Disinfestazione)

M) Trattare regolarmente muri a secco, muretti, zone umide, fossi o avvallamenti nel terreno e evitare l’accumulo di materiale in giardino. Aree con accumulo di materiale anche se inerte aumenta la disponibilità di materia organica sottostante (non avviene la fotosintesi, l’erba marcisce), accumula l’acqua aumentando l’umidità del terreno permettendo così l’instaurarsi dell’infestazione.

2) In casa:

a) Mantenere ben pulite le grondaie da materiale organico

b) Stuccare crepe o fessure nei muri (vi sostano i pappataci di giorno)

c) Tenere ben pulite e areate le cantine ispezionandole e trattandole regolarmente (vedi sezione trattamenti specifici).

d) Prestare particolarmente attenzione alle zone interne la casa frequentate da animali domestici: lettiera, cuccia, cuscini, ecc... mantenendole sempre pulite e ispezionando i muri limitrofi a queste.

3) Zone adibite a riparo per animali domestici:

Forse la zona più a rischio: cuccia del cane, zone recintate, pollai, conigliere, ec...

a) Pulire spesso queste zone evitando che le deiezioni rimangano a lungo tempo, smaltendole almeno una volta a settimana lontano dalla zona di soggiorno, organizzare trattamenti cadenzati in questi luoghi per prevenire le punture e l’infezione degli animali.

MONITORAGGIO

Per monitoraggio si intendono tutte quelle pratiche che permettono di capire se nell’area d’interesse è presente una specie, è in atto un’infestazione e di quale entità si tratta. In genere i monitoraggi permettono alle amministrazioni pubbliche, ai disinfestatori, alle USL  di capire se esiste un rischio e quindi di valutarne un eventuale intervento. Ormai è pratica comune fare un monitoraggio in qualsiasi tipo di infestazione, sia che si tratti di insetti, mammiferi, ecc.... In questo modo è possibile limitare gli interventi insetticidi (nel caso degli insetti) al minimo, evitando inutili spargimento di prodotti tossici nell’ambiente. Nel caso dei flebotomi il monitoraggio avviene tramite l’uso di diverse trappole, gli individui così intrappolati vengono prelevati e tramite analisi al microscopio stereoscopico è possibile determinarne l’origine sistematica.

Risulta chiaro che per fare un monitoraggio dei pappataci molto accurato bisogna avere le competenze e gli strumenti giusti e in genere non sono alla portata di tutti. Tuttavia è possibile stimare la presenza di pappataci e quindi fare un “monitoraggio fatto in casa”: Installare una macchina per la cattura dei pappataci dotata di lampada UV. Installare il dispositivo nei luoghi del giardino in cui la presenza dei pappataci può essere un problema: nelle vicinanze della casa, gazebo, luoghi di frequentazione dei cani, ecc. (è inutile mettere il dispositivo per la cattura in un bosco o in una zona umida perché cattureremo una miriade di insetti così grande da non darci una stima degli insetti dannosi). Dopo aver installato la macchina la si fa funzionare per circa 24h. Ricordo che il monitoraggio va eseguito con scadenze regolari in base alla zona e all’infestazione in atto, non bisogna quindi lasciare la macchina nel luogo sopra descritto perché attirerebbe i pappataci e gli altri insetti ematofagi nelle vicinanze della casa o degli animali. Dopo le 24h si spegne il dispositivo e si contano le catture: nella trappola ci saranno un gran numero di insetti, per prima cosa scartate tutti gli insetti più grandi di 2-3mm e di colore nero, contare quelli più piccoli e di diversi colori: i phlebotomi si trovano tra questi. In questo modo si otterrà un stima di quanti piccoli insetti possono abitare il giardino, tenendo conto che le catture medie in genere vanno in piena stagione da 20-25 pappataci a notte (Amy Junnila1, Daniel L. Kline2, and Günter C. Müller1) e che, dei piccoli insetti catturati solo circa il 20% (tra sciaridi, psicodidi, ceratopogonidi, simulidi, chironomidi) di questi sono pappataci allora se si contano almeno un centinaio di piccoli insetti sotto i 5mm allora probabilmente c’è bisogno di trattare il giardino. Un altro indice del fatto che l’infestazione è davvero in atto è il fatto che nel giardino ci si ritrova punti ripetutamente agli arti (sia con punture molto dolorose che indolore) ma non si vede alcun insetto: probabilmente è in atto un infestazione da pappataci. Nel prossimo paragrafo parleremo di quali sono le armi e gli interventi che possiamo eseguire. È consigliabile comunque chiamare l’amministrazione pubblica se ci si trova in zone afflitte da Leishmaniosi perché venga eseguito un monitoraggio ad oc.

INTERVENTI DI DISINFESTAZIONE, PROTEZIONE E CATTURA DEI FLEBOTOMI

Sarà risultato molto chiaro che gli interventi descritti nel capitolo prevenzione saranno molte volte impraticabili per motivi di costo, tempo, ecc: ad esempio difficilmente l’impianto di irrigazione o di drenaggio funziona così bene da non creare zone umide, oppure esistono pacciamature fatte dal giardiniere sotto le siepi e non eliminabili, insomma difficilmente quello che viene consigliato nella prevenzione è di facile attuazione e quindi ... di seguito soluzioni alternative e/o integrative la prevenzione.

DISINFESTAZIONE

La disinfestazione si basa su trattamenti a base di sostanze chimiche che uccidono direttamente l’insetto, nel caso dei pappataci, visto che le larve si trovano in profondità nel terreno, si riesce a colpire solo l’insetto nella fase adulta. La disinfestazione deve essere fatta solo nei luoghi necessari e con tempistiche precise, assolutamente non bisogna irrorare indiscriminatamente l’area ma solo i luoghi in cui si presume la presenza dei focolai di infestazione. Useremo un insetticida che ci permetta di avere un impatto sulla salute e sull’ambiente molto bassa e lo alterneremo con altro prodotto per evitare l’insorgenza di resistenze da parte dell’insetto. Faccio presente che questa pratica viene consigliata solo nel caso non si possano applicare i consigli elencati nella fase di prevenzione e su:

residui organici, le foglie, accumuli di legname, di residui dello falcio del fieno, escrementi degli animali domestici o zone atte alla defecazione, zone umide del terreno, le tane di talpe e altri roditori terricoli, sotto le siepi, incavi degli alberi o radici umide, pacciamatura, all’interno dei compostori,  muri a secco, muretti, zone umide, fossi o avvallamenti nel terreno (sempre senza la presenza di acqua), aree con accumulo di materiale inerte (rottami, gomme, legna, ecc..). In zone con pericolo di contagio ripetere il trattamento ogni 15 giorni, in altre zone ripetere il trattamento ogni 30-40 giorni. Usare solo insetticidi con forte residualità, almeno due settimane,  perché non è possibile sapere quando le larve sfarfalleranno dal terreno e quindi quando ci sarà bisogno dell’effetto insetticida.  Non usare mai insetticidi nelle vicinanze di scoli per l’acqua, tombini, grondaie, fossi o comunque luoghi in cui questo può essere trasportato via dall’acqua perché potreste inquinare l’acqua, in zone come queste potete usare prodotti biologici a base di Bacillus thuringensis per la lotta alle larve di zanzara e chironomidi.

Per effettuare trattamenti secondo le modalità sopra citate, la linea No Fly Zone offre un prodotto dalle caratteristiche eclettiche: Eto x 20/20 CE. Si tratta di un formulato a base di Etofenprox e Tetrametrina, il tutto sinergizzato dal Piperonil Butossido, combinazione che unisce una bassissima tossicità acuta orale (la più bassa in commercio) ad un’efficacia sicura e duratura per almeno due settimane. Eto X, diluito nella ragione di 0,5%, è il prodotto giusto per effettuare trattamenti in sicurezza in giardino. L’operazioni di disinfestazione dovranno seguire gli accorgimenti sopra riportati quindi, per ottenere una maggiore efficacia, si presterà particolare attenzione ai contesti più delicati come le siepi, le zone dove viene accumulato il compostaggio, aree più umide ed eventuali anfratti. Sarà sufficiente irrorare tali contesti per poi passare velocemente alle aree più ampie come il prato. Si consiglia di procedere al trattamento nelle ore serali, in modo tale che le molecole dell’insetticida non vengano velocemente degradate dall’azione dei raggi del sole, accorgimento valido per tutti gli insetticidi piretroidi. La formulazione di ETO X 20/20 CE permetterà l’abbattimento immediato dei pappataci presenti e grazie alla sua residualità permetterà la protezione da eventuali nuove “nascite” per ben due settimane.

Per la difesa della casa dall’attacco dei pappataci usare aerosol in cantine, fessure nei muri, e zone umide della casa con un effetto abbattente immediato e nessuna residualità al fine di non mantenere insetticida in casa; si presuppone infatti che in casa vi siano solo gli adulti; in genere si possono individuare i pappataci come piccoli moscerini che sostano sul muro di casa. Trattare regolarmente le zone frequentate dagli animali domestici (lettiera, cuccia, cuscini, muri adiacenti a queste, ecc...). Aerare sempre i locali e allontanare sempre gli animali domestici durante il trattamento.

Acti zanza Spray, insetticida per trattamenti superficiali a base di transflutrina, può essere impiegato efficacemente per trattamenti veloci in zone confinate della casa (es. sottoscala); grazie alla sua azione abbattente e la capacità di evaporare gradualmente per 8 ore consecutive, ci garantisce la riuscita dell’intervento, andando a colpire anche gli esemplari in volo. Utilissimo per trattare stipiti di porte e finestre per creare una barriera invisibile che permette di lasciare le porte e le finestre aperte senza la paura dell’ingresso di sgraditi ospiti tre i quali i pappataci.

Per trattare zone come cantine e zone poco frequentate è possibile usare You Spray In, dispositivo di erogazione automatica di Piretro o di essenze profumate. La protezione costante che un erogatore automatico di insetticida può offrire permette di proteggere le aree dove i pappataci amano annidarsi e riprodursi anche senza dover frequentare necessariamente l’area interessata, le vostre cantine, ripostigli e altre zone poco frequentate ma possibili serbatoi di infestazione. Si posiziona sul muro ad un’altezza di circa 2m e si imposta l’erogazione dell’estratto di Piretro naturale ogni 30 min minimo. Il dispositivo provvederà automaticamente alla difesa della stanza (max 50mq di copertura).

Particolare interesse deve essere posto alle zone esterne la casa in cui vivono gli animali: pollaio, cucce, recinti, tane, ecc.... In questo caso è sempre consigliabile trattare ogni 15 gg con un insetticida senza solvente, a bassissima tossicità per i mammiferi e alta residualità. Allontanare gli animali durante il trattamento.

Anche in questi contesti, un trattamento periodico con Eto X allo 0,5% risulta un ottimo rimedio.

N.B. Accertarsi che i prodotti usati siano PMC (Presidi Medico Chirurgici), leggere sempre attentamente le etichette in tutta la loro parte, seguire sempre le dosi consigliate (se non ci sono dosi per i pappataci usare quelle per le zanzare), se ci sono dubbi, contattare un professionista, un’azienda produttrice o richiedere le schede dati di sicurezza ormai obbligatorie per tutte le sostanze considerate pericolose.

PROTEZIONE

Non tratteremo in questa sede l’uso di collari, spot on, aerosol per animali e altre protezioni specifiche perché già ben trattate nei protocolli classici di prevenzione nei confronti della Leishmaniosi, ve né sono di molto interessanti su  http://www.gruppoleishmania.org. Consiglio invece l’uso di pomate ad uso topico a base di repellenti quando si sosta all’esterno facendo attenzione che siano PMC di cui è ufficialmente riconosciuta l’efficacia e leggendo attentamente le avvertenze. Molto consigliati inoltre  dispositivi insetticidi portatili o l’accensione di zampironi nelle vicinanze delle zone in cui sostate per proteggere, ad esempio una serata in giardino tra amici. Prediligere insetticidi studiati per l’esterno e regolarmente registrati come PMC al fine di avere una efficacia certificata e sicura. Proteggere la vostra casa usando zanzariere a maglie fini impregnate con aerosol a base di prodotti residuali e che emanino per diverse ore, oppure usare aerosol a lenta cessione cioè che una volta applicati sugli stipiti delle finestre emanino principi che permettono un invisibile barriera di repellente almeno per otto ore: Il pasto di sangue da parte delle femmine ematofaghe si compie generalmente durante le ore notturne, con picchi intorno alla mezzanotte ed un’ora prima del sorgere del sole; si parla anche di un picco immediatamente dopo il tramonto (Killick-Kendrick, 2002).

Nelle zone dì ingresso della casa, zone di frequentazione degli animali e zone frequentate spesso all’esterno (portico, gazzebo, verande, balconi, ecc..) è possibile proteggersi anche tramite l’uso di erogatori automatici, meglio se temporizzati, di insetticida o repellenti. Impostare questi ultimi in modo che si attivino quando non vi siano le persone e quando sono attivi i pappataci (vedi sopra).

Una soluzione che No Fly Zone propone per scoraggiare gli ingressi in casa di Flebotomi, è You Spray In, dispositivo di erogazione automatica di Piretro o essenze profumate. Chi abita in un’area interessata da Flebotomi e vive al pian terreno, sa bene che questi insetti trovano il modo di entrare in casa spesso e volentieri; per questo è necessaria la protezione costante che un erogatore automatico di insetticida può offrire.  Si posiziona sul muro ad un’altezza di circa 2m e si imposta l’erogazione dell’estratto di Piretro naturale ogni 30 min minimo. Il dispositivo provvederà automaticamente alla difesa della stanza (max 50mq di copertura) e sarà così possibile lasciare aperte le finestre per godersi la stagione.

Per le zone dove normalmente sostiamo in giardino per un po’ di relax o per recinti di animali all’aperto, You Spray Out, erogatore automatico di insetticida per esterni, è una scelta che sostituisce il classico trattamento ottenendo un effetto insetticida/repellente in un’area di circa 35mq, utilizzando estratto di piretro naturale. You Spray Out è impostabile nella modalità “tramonto/alba” che permette, grazie al sensore crepuscolare, due erogazioni giornaliere all’alba e al tramonto. In alternativa è possibile utilizzare il telecomando per avere erogazioni extra. You Spray out è studiato per un uso esterno, è completamente protetto dall’acqua e funziona tramite 4 batterie stilo.

Sempre all’aperto, per proteggersi individualmente al momento del bisogno, si possono utilizzare i dispositivi della linea Acti Zanza Break; evaporatori di piastrine insetticida capaci di proteggere un’area di 20mq, impedendo l’ingresso dei pappataci. Totalmente senza fili, si servono di una cartuccia di gas butano per alimentare la fiamma che permette un’evaporazione sempre ottimale dell’insetticida. Questo dispositivo, grazie alla sua portabilità, può essere usato e quindi proteggere anche durante passeggiate nei boschi o in luoghi infestati, la sua efficacia è dimostrata anche in movimento.

CATTURA

Come già descritto nella sezione monitoraggio, è possibile catturare i pappataci perché attratti dalla luce UV tramite delle trappole appositamente studiate. Inoltre in giardini medio grandi risulta praticamente impossibile trattare tutte le zone teoricamente infestate, per aiutarci a evitare l’ingresso di pappataci dall’esterno dell’area trattata o eliminare il problema in zone critiche possiamo usare le trappole. Innanzi tutto scegliere trappole studiate per il giardino e quindi a bassa tensione,  con certificazione RoSH, RAEE e completamente “water resistant”, scegliere macchine in cui il produttore consiglia l’uso all’aperto e né dichiara la completa resistenza all’acqua. Le macchine in questione infatti dovranno stare nel giardino, attirano e quindi non vanno mai installate nei pressi delle zone in cui sostano le persone nelle zone frequentate dagli animali (l’esatto opposto di quello che avviene nel monitoraggio). Il luogo ideale è quello dove l’infestazione è più grande, in genere questi luoghi sono quelli più vegetati dove i pappataci si rifugiano durante il giorno e ai piedi dei quali depongono le uova. Posizionare tante macchine quanti boschi o zone vegetate si possono distinguere e cercare di mantenere una certa distanza dai luoghi che si frequentano. Molto diversa quindi sarà la collocazione rispetto al monitoraggio, le macchine per la cattura massale (così si chiamano per distinguerle dal monitoraggio) dovranno funzionare per l’intero arco della stagione da marzo a novembre anche perché aiuteranno ad abbassare la popolazione degli altri insetti dannosi come la zanzara comune. Fare molta attenzione a usare attrattivi a base di acidi carbossilici e a pulire frequentemente queste macchine al fine di evitare infestazioni dovute al marciume prodotto dalle catture e l’insorgenza di odori che potrebbero influire nella cattura dei pappataci. Evitare accuratamente di colpire o trattare con insetticidi le zone in cui avete posizionato le macchine: gli insetticidi infatti sono quasi tutti repellenti e inficerebbero le catture delle macchine stesse.

I dispositivi per la cattura dotati di lampada UV se usati per tutta la stagione hanno la possibilità di catturare tutti i pappataci presenti nell’area abbassando notevolmente il problema e la popolazione locale.

No Fly Zone propone per questo scopo, il dispositivo di cattura You Get Out; grazie alla resistenza all’acqua e alla possibilità di operare costantemente in giardini di medie dimensioni, risulta un’ottima scelta per eliminare una gran parte di Flebotomi, che cadono facilmente preda del vortice di aspirazione della trappola. Questi dispositivi se posizionati in modo corretto e coadiuvati dalla prevenzione e disinfestazione possono abbassare notevolmente la popolazione di flebotomi catturando le femmine prima che depongano le uova e quindi evitando la generazione successiva.

Anche in casa si possono usare macchine per la cattura con lampade UV per eliminare gli sgraditi ospiti entrati nelle abitazioni, in questo caso e mantenendoli sempre all’asciutto è possibile usare prodotti ad alto voltaggio.

Il dispositivo di cattura per interni Sfera, risponde alle caratteristiche sopra citate, ingannando e tirando nella trappola i pappataci che sono riusciti ad entrare nell’abitazione.

LOTTA INTEGRATA

Prevenzione, monitoraggio, disinfestazione e cattura sono armi a nostra disposizione per la lotta al vettore della Leishmaniosi, tutte queste armi vanno usate in modo oculato scegliendo quelle meno invasive per l’ambiente e la salute, adattandole alle diverse situazioni ambientali, al grado di infestazione, al fatto che sia presente la malattia in zona oppure no e alle singole esigenze. Non escludere un metodo a discapito di un altro ma integrare la disinfestazione con la prevenzione e le macchine con la disinfestazione.

Cercare di applicare la prevenzione dove possibile altrimenti trattare i luoghi descritti come focolai con la Disinfestazione se si trovano vicino la casa o vicino alle zone frequentate dagli animali. Le zone vicino al perimetro del giardino (lontane quindi da casa o zone frequentate) e ricche di vegetazione dovrebbero essere dotate di macchine con lampada UV: in questo modo è possibile eliminare i pappataci presenti nelle zone che frequentate ed evitare che i pappataci presenti nelle zone adiacenti la casa o il vostro giardino arrivino nelle vicinanze dei posti frequentati da animali o persone perché catturati prima. Se non è possibile o se è preferibile non eseguire personalmente questi interventi è possibile appoggiarsi ad un disinfestatore professionale, in questo caso tenente conto che la trattazione potrà essere utile nel valutare l’intervento professionale o una relazione di intervento.  Ricordare sempre che le sostanze usate dal disinfestatore devono essere PMC ed è sempre possibile richiedere le schede dati di sicurezza ormai obbligatorie per tutte le sostanze considerate pericolose.

FONTI BIBLIOGRAFICHE

- Maroli M, Gradoni L, Oliva G, Castagnaro M, Crotti A, Lubas G, Paltrinieri S, Roura X, Zini E, Zatelli A (2010). Guidelines for prevention of leishmaniasis in dogs. J Am Vet Med Assoc, 236 (11): 1200-1206.

- Maroli M, Gradoni L, Oliva G, Castagnaro M, Cotti A, Lubas G, Paltrinieri S, Roura X, Zatelli A, Zini E (2009). Leishmaniosi canina: linee guida su diagnosi, stadiazione, terapia, monitoraggio e prevenzione. Parte III: Prevenzione. Veterinaria, 23 (4): 19-26.

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Dr.  Paolo Manella

 
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